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AZIENDA AGRICOLA TENORE - Via Renis, 2 - 73028 Otranto (LE) Italy
tel.: +39 0836 804142 - cell.: +39 340 4074481 - info@vivaitenore.com

Nascita del vivaismo viticolo
Le vicende storiche che si sono susseguite in seguito alla scoperta dell'America hanno avuto profonde ripercussioni sull'economia agraria dei paesi europei, ed in particolare sulla viticoltura e sull'enologia. Nella seconda metà dell'800 si abbatte infatti sulla viticoltura europea la Fillossera (Viteus vitifolie), un temibile flagello importato dal Nuovo Mondo, il quale se non adeguatamente contrastato avrebbe portato alla scomparsa della vite in Europa. Una conseguenza diretta dell'invasione fillosserica fu il ricorso all'impiego dei portinnesti in viticoltura, che rivoluzionò completamente la tecnica viticola rimasta sino ad allora sostanzialmente immutata; per millenni infatti era stato possibile propagare la vite europea (Vitis vinifera) franca di piede, per propaggine o per talea, e l'innesto era conosciuto ed utilizzato solo per cambiare varietà o per rendere produttivi dei ceppi sterili.
In quegli anni la fillossera mise a dura prova tutta la viticoltura del vecchio continente minacciandone la scomparsa, ed in conseguenza dell'impossibilità di trovare un metodo diretto di lotta contro questo minaccioso parassita, l'innesto assunse un ruolo di fondamentale importanza ed il problema dei portinnesti resistenti alla fillossera costituì un nuovo capitolo della viticoltura.
Nel 1881 il Couderec creò in Francia il primo portinnesto incrociando la Vitis riparia con la Vitis rupestris. Successivamente grazie agli studi condotti dal Viala, si utilizzò anche la Vitis berlandieri rinvenuta in Texas nel 1887.Dopo numerose ricerche e prove si pensò di ricorrere all'ibridazione fra le stesse specie americane, e di utilizzare detti ibridi come portinnesti della vite (nel 1887 Millardet e De Grasset ottennero l'ibrido berlandieri x riparia "420A" ). 
Si riuscì in questo modo ad ottenere quelli che sono ancora oggi gli attuali portinnesti impiegati in viticoltura.
Possiamo quindi affermare che, oggi il successo agronomico della viticoltura risiede proprio nella individuazione del portinnesto piu' adatto ad ogni specifica esigenza.
Riparia x Rupestris | Berlandieri x Rupestris | Berlandieri x Riparia | Ibridi complessi o diversi | 309 Couderec (1) | 57 Richter (1) | 420A Mill.de Gr. (11) | 41B Mill.de Gr. (4) | 101.14 Mill. De Gr.(2) | 110 Richter (3) | 157/11 Couderec (5) | Geisenheim 26G (0) | Schwarzman (1) | 140 Ruggeri (18) | 161.49 Couderec (4) | Golia (2) | 775 Paulsen (10) | 34 Eco. Montp. (4) | 1045 Paulsen (4) | 779 Paulsen (13) | Kober 5BB (7) | Fercal (0) | 1103 Paulsen (18) | 125 AA (1) | R.S.B. 1 (0) | 1447 Paulsen (4) | Telekei 8B (1) | Riparia Glorie (1) | 17-37 Mill.de Gr. (4) | S.O.4 (3) | Rupestris du Lot (7) | Cosmo 10 (1) | Geisenheim 5C (1) | Telekei 8 B Ferrari (0) | Cosmo 2 (1) | 225R | Telekei 5C | Telekei 8B
PRODUZIONE DI BARBATELLE INNESTATE
Agli inizi degli anni '50 si è andata diffondendo, a partire dall'Italia settentrionale, la pratica di effettuare l'impianto del vigneto con barbatelle già innestate, pratica che è ormai la norma nell'Italia centro - settentrionale, in Francia ed in Germania; Paesi nei quali per primi i vivaisti cominciarono a produrre barbatelle innestate. In Italia vengono annualmente messi in vivaio circa 100 milioni di innesti-talea, che pongono il nostro Paese al secondo posto dopo la Francia per quantità di materiale vivaistico prodotto.
LE OPERAZIONI DI INNESTO:
Un'operazione così singolare e delicata quale è l'innesto è naturalmente legata a particolari condizioni di riuscita, dalle quali dipende non solo il successo dell'operazione in se stessa, ma soprattutto del connubio che si viene artificialmente ad istituire fra i due bionti. Tali condizioni di riuscita, possono essere suddivise in intrinseche ed estrinseche: le condizioni intrinseche consistono essenzialmente nell'affinità o compatibilità d'innesto. Quelle estrinseche si riferiscono invece alla tecnica operativa ed alle condizioni ambientali.
Per quanto riguarda le operazioni d'innesto occorre in primo luogo preparare il materiale.Le talee di portinnesto, vengono preparate a 35-40 cm con taglio basale sotto un nodo, normalmente si procede all'accecamento manuale delle gemme salvo la basale, o a macchina, in quest'ultimo caso però l'asportazione delle gemme è totale e quindi non si può prescindere dall'eseguire un trattamento ormonale radicante pre-trapianto. L'obbiettivo di questa operazione è quello di impedire lo sviluppo di germogli laterali durante la forzatura e la coltura in vivaio. Le marze invece, sono tagliate ad una sola gemma subito sopra il nodo.
Prima di procedere all'innesto si suole tenere il materiale in immersione in acqua per 12/24h, per favorire la reidratazione dei tessuti. Le operazioni d'innesto hanno solitamente luogo tra fine febbraio e marzo.
Ai fini dell'operazione d'innesto occorre aggiungere che la sempre minore disponibilità di manodopera altamente specializzata, ha portato ad un incremento d'impiego delle macchine innestatrici. Queste macchine pur non portando ad una sensibile riduzione dei tempi di lavoro, consentono tuttavia una standardizzazione delle operazioni, riducono la possibilità d'errore e permettono l'impiego anche di manodopera non altamente qualificata.
Esistono tre tipi fondamentali di macchine innestatrici, distinte in base al tipo d'innesto che consentono di attuare:
a)- macchine per l'innesto ad incastro multiplo;
b)- macchine per l'innesto a doppio spacco inglese;
c)- macchine per l'innesto ad omega;
d) macchine per l'innesto a forchetta.
La resa di queste macchine è sempre elevata ma è legata ovviamente all'abilità dell'operatore. 
Attualmente la maggior parte delle aziende vivaistiche effettuano l'innesto ad omega i cui vantaggi rispetto agli altri tipi d'innesto da tavolo.
FORZATURA DEGLI INNESTI-TALEA:
Dopo aver eseguito l'innesto, gli innesti-talea vengono sottoposti per qualche tempo ad un processo detto di forzatura con lo scopo di accelerarne ed assicurare la saldatura. Dopo l'innesto si esegue la prima paraffinatura con la finalità di tenere ben aderenti i due bionti, favorire la differenziazione del callo di saldatura e proteggere i tessuti, teneri ed indifferenziati, da avversità biotiche ed abiotiche. Gli innesti-talea paraffinati vengono stratificati in cassoni di legno o di plastica con del materiale coibente: attualmente il materiale coibente piu' usato è la segatura di Abete pre-trattata con prodotti anticrittogamici. Gli innesti-talea così sistemati vengono portati all'interno della "camera di forzatura", rappresentata generalmente da una serra, in cui per mezzo di un impianto di riscaldamento si realizzano le temperature necessarie per far avvenire la saldatura. Il riscaldamento può realizzarsi o con un impianto di tipo statico (termosifone), o di tipo dinamico (funget): quest'ultimo è il piu' diffuso perché consente di riscaldare l'ambiente in modo molto rapido ed uniforme.
Per quanto concerne la temperatura da impiegare, numerosi studi sono stati fatti al fine di individuare la temperatura ottimale di lavoro. La tendenza attuale è quella di impiegare temperature piuttosto elevate ed una umidità relativa dell'80-90%, ottenuta con metodi diversi quali il cooling o il microget. E' opportuno però, non esagerare per evitare di ottenere calli di saldatura troppo grossi e teneri e di intensificare i fenomeni respiratori e traspiratori: questi potrebbero determinare un facile impoverimento del materiale di riserva, e quindi un minore ripresa in vivaio. Inoltre prolungando troppo le temperature elevate si può causare un eccessivo sviluppo del germoglio che creerebbe nel cassone un ambiente favorevole all'insediamento di pericolosi funghi, primo tra tutti la muffa grigia (Botrytis cinerea). 
Temperature in fase di forzatura
15°C±1 Saldatura in oltre 30 giorni
22°C±1 Saldatura in 20 giorni
30°C±1 Saldatura in 12-15 giorni
35°C±1 Saldatura rapida ma più fragile
Occorre però precisare, che ogni vivaista ha per così dire una sua "ricetta" collaudata e differente dalle altre, basata su numerosi anni di esperienza. 
Terminata la forzatura che può durare dai 15 ai 20 giorni, gli innesti-talea non vengono posti subito in vivaio ma è opportuno tenere le casse con gli innesti per alcuni giorni in ambiente non riscaldato e ben illuminato in modo da favorire l'ambientamento e l'irrobustimento del callo di saldatura: tale operazione è detta di "inverdimento".
IL VIVAIO DEGLI INNESTI-TALEA: 
Gli innesti-talea, terminata la fase d'inverdimento 8-10 giorni, vengono trapiantati in barbatellaio per far avvenire la radicazione e lo sviluppo della parte epigea. Il terreno da destinare a barbatellaio deve essere perfettamente lavorato, deve possedere una struttura che assicuri l'areazione ed il perfetto drenaggio dello strato in cui le radici devono svilupparsi (in pratica un terreno sabbioso che facilita lo sviluppo l'espansione dell'apparato radicale ed inoltre risulta ostile alla fillossera), e deve essere opportunamente concimato, sia con concimi organici che minerali, in modo da assicurare un buon sviluppo vegetativo delle giovani piantine. Il trapianto può eseguito a macchina o a mano in file singole o binate, su terreno accuratamente fresato infiggendo verticalmente gli innesti-talea ad una profondità di circa 20cm. 
Sino ad una decina di anni fa, era molto diffusa la pratica della ciglionatura effettuata con apposite macchine rincalzatrici, il ciglione veniva poi ridotto manualmente, man mano che ci si inoltrava nella stagione estiva. Attualmente è una pratica non piu' in uso considerato l'alto assorbimento di manodopera, ed i danni che spesso questo tipo di intervento causava agli innesti, proprio in corrispondenza del punto d'innesto (la marza a contatto con il terreno può affrancarsi ed emettere radici; possibile formazione di croste, con il pericolo che il nuovo germoglio soffochi). La pratica attuale si avvale di un'ulteriore paraffinatura degli innesti-talea dopo la forzatura, al fine di proteggerli dalla disidratazione e della pacciamatura con film plastico nero. Quest'ultima tecnica consente di ottenere uno sviluppo piu' precoce delle barbatelle, una migliore lignificazione del tralcio, ed una resa maggiore in barbatelle di prima scelta. Con questo tipo d'impianto, l'irrigazione è attuata per mezzo di manichette forate poste al di sotto del film plastico e ciò consente un piu' razionale impiego della risorsa idrica. Durante la stagione vegetativa, sono inoltre necessari diversi interventi colturali, da quelli per la difesa anticrittogamica a quelli per il diserbo interfilare; un'operazione colturale molto importante è la potatura verde, che è opportuno compiere piu' d'una volta allo scopo di sfoltire la massa vegetativa e consentire così un maggiore arieggiamento e al contempo favorire la buona maturazione dei tralci. Per quanto riguarda l'estirpo delle barbatelle, che ha luogo alla caduta delle foglie, questa può essere effettuata mediante diversi tipi di estirpatori che tagliano il terreno a profondità variabile, di recente introduzione sono quelli provvisti di lama posteriore vibrante che oltre a sollevare le piante separano anche l'apparato radicale dalla terra. Successivamente, il materiale viene potato a 2 gemme, sbarbettate le radici paraffinato per una terza volta etichettato e stoccato in cella-frigo. Qui le barbatelle si conservano all'interno di cartoni protette con segatura o torba inumidite e ricoperti con film plastici, in attesa di commercializzazione.